Toxoplasmosi: Trasmissione, Sintomi, e Prevenzione negli Animali e nell'Uomo
TOXOPLASMOSI
Contenuti
- [custom anchor="link" value="#1" text="Cosa è la Toxoplasmosi?"]
- [custom anchor="link" value="#2" text="Cosa è Toxoplasma e qual è il suo ciclo di vita?"]
- [custom anchor="link" value="#3" text="Come si trasmette la Toxoplasmosi?"]
- [custom anchor="link" value="#4" text="Quali sono i sintomi nel gatto?"]
- [custom anchor="link" value="#5" text="Quali sono i sintomi nel cane?"]
- [custom anchor="link" value="#6" text="Come si diagnostica la Toxoplasmosi negli animali?"]
- [custom anchor="link" value="#7" text="Come si cura la Toxoplasmosi?"]
- [custom anchor="link" value="#8" text="Si può prevenire la Toxoplasmosi?"]
- [custom anchor="link" value="#9" text="Quali sono i rischi per l’uomo?"]
- [custom anchor="link" value="#10" text="Precauzioni per le donne in gravidanza e le persone immunodepresse"]
[custom anchor="target" value="1" text="Cosa è la Toxoplasmosi?"]
La Toxoplasmosi è una malattia protozoaria trasmessa da Toxoplasma gondii. Le infezioni da T. gondii possono colpire potenzialmente tutti gli animali a sangue caldo, compreso l’uomo e sono comuni in tutto il mondo, continuando a destare preoccupazione per la saluta pubblica. I gatti, e altri felini, sono gli ospiti più importanti nell'epidemiologia della Toxoplasmosi, perché sono l'unica specie in grado di eliminare nell’ambiente oocisti resistenti e infestanti attraverso le feci.
[custom anchor="target" value="2" text="Cosa è Toxoplasma e qual è il suo ciclo di vita?"]
T. gondii è un coccide intracellulare obbligato con un ciclo biologico complesso, in cui il gatto e qualche altro felino, rappresenta l’ospite definitivo, ossia l’unico ospite in cui il parassita può completare il suo ciclo vitale ed essere eliminato nell’ambiente attraverso le feci. Mentre l’uomo, gli altri mammiferi e gli uccelli rappresentano gli ospiti intermedi, dove il parassita può causare i segni clinici della malattia, ma non può completare il suo ciclo vitale e quindi non viene eliminato con le feci nell’ambiente.
Il 97% dei gatti contrae la Toxoplasmosi ingerendo ospiti intermedi, tipicamente roditori infetti, che hanno cisti di Toxoplasma nei loro tessuti. Dopo l’ingestione, il parassita arriva a livello intestinale dove attraversa diversi stadi di sviluppo e completa il suo ciclo biologico formando le oocisti, ossia strutture infettive che vengono eliminate con le feci del gatto nell’ambiente esterno. Le oocisti non sono subito contagiose ma, dopo l'esposizione ad aria e umidità per 1–5 giorni, vanno incontro ad un processo chiamato sporulazione e diventano infestanti e resistenti nell’ambiente anche per mesi. Il ciclo è solitamente completato entro 3-10 giorni dall’ingestione.
Solo raramente i gatti contraggono l’infezione ingerendo oocisti e, di questi, solo il 20% eliminerà oocisti infestanti nell’ambiente.
In tutti gli ospiti il parassita attraversa un ciclo di vita extraintestinale tramite il quale diffonde in vari organi e tessuti, tra cui muscoli e sistema nervoso centrale (SNC), dove si moltiplica e forma le cisti terminali che possono rimanere latenti anche per mesi o anni. Le cisti tissutali si formano principalmente nel SNC, muscoli e organi viscerali, e probabilmente persistono per tutta la vita dell'ospite; queste si possono riattivare dopo condizioni di immunosoppressione e portare alla comparsa di segni clinici.
I gatti che eliminano oocisti con le feci possono rappresentare un rischio per l'uomo. Tuttavia, eliminano le oocisti solo una volta nella vita e di solito solo per 1-2 settimane; infatti, una volta che il gatto sviluppa gli anticorpi contro il Toxoplasma non elimina più oocisti e non rappresenta più un rischio per l’uomo, né lo sarà in futuro.
[custom anchor="target" value="3" text="Come si trasmette la Toxoplasmosi?"]
Le tre principali modalità di trasmissione di T. gondii in tutte le specie-ospiti sono: infezioni congenite (via transplacentare dalla madre al feto), ingestione di carni e tessuti infetti e ingestione di cibo o acqua contaminati da oocisti.
Altre vie di trasmissione sono rappresentate da: trasfusioni di sangue o trapianto di organo infetto.
La trasmissione attraverso il latte è sospetta perché il parassita è stato rilevato nel latte delle mamme-gatte.
[custom anchor="target" value="4" text="Quali sono i sintomi nel gatto?"]
Nel gatto adulto, la Toxoplasmosi spesso passa inosservata e raramente dà sintomi, ad eccezione di forme lievi e autolimitanti di diarrea. Tuttavia nei gattini che contraggono l’infezione per via congenita e nei soggetti debilitati può manifestarsi in forme molto più gravi e letali.
La presenza del parassita nel sangue durante la gravidanza della gatta può causare placentite e diffusione del parassita al feto. Molti gattini nati da madri infette da T. gondii durante la gestazione si infettano per via transplacentare o attraverso il latte e solitamente mostrano una sintomatologia molto grave con morte alla nascita o prima dello svezzamento; spesso muoiono di malattie polmonari o epatiche, con concomitanti segni oculari.
I soggetti debilitati e immunodepressi, ad esempio gatti con concomitante infezione da FIV o FeLV, o in trattamento con farmaci immunosoppressori come la ciclosporina, possono infettarsi o andare incontro a riattivazione di cisti tissutali già presenti nei loro organi, con successiva replicazione e diffusione del parassita nell’organismo. I segni clinici sono l’espressione della grave infiammazione e necrosi che il parassita causa nel tessuto in cui diffonde. I tessuti più comunemente colpiti sono SNC, muscoli, polmoni e occhi. Il coinvolgimento epatico e pancreatico è meno probabile. I sintomi possono essere i seguenti: segni neurologici es. convulsioni, atassia, iperestesia muscolare, andatura rigida, zoppia, dispnea, polmonite, uveite, corioretinite, ittero, diarrea, febbre, depressione, anoressia e perdita di peso. Nelle forme di Toxoplasmosi cronica può verificarsi la deposizione di immunocomplessi nei tessuti e reazioni di ipersensibilità.
Poiché T. gondii non viene eliminato del tutto dal corpo, né naturalmente né attraverso il trattamento, la Toxoplasmosi può ripresentarsi. Tuttavia, una volta superata l’infezione, il gatto sviluppa un’immunità che lo protegge da successivi contatti con il parassita e dopo aver sviluppato l’immunità non può più eliminare il parassita con le feci.
[custom anchor="target" value="5" text="Quali sono i sintomi nel cane?"]
Come per il gatto, anche per il cane le forme più gravi di Toxoplasmosi colpiscono i cuccioli che si infettano per via congenita o soggetti immunodepressi, debilitati per la concomitante presenza di altre malattie. Nel cane i sintomi della Toxoplasmosi sono l’espressione di infezioni soprattutto a carico del sistema respiratorio, neuromuscolare e gastrointestinale; i segni oculari sono meno frequenti. In particolare i soggetti, anche adulti, possono sviluppare gravissime forme neurologiche e muscolari che possono durare anche diverse settimane, con i seguenti sintomi: crisi epilettiche, tremori, paresi e paralisi, deficit nella deambulazione, rigidità o atrofia muscolare. Anche le forme polmonari o con coinvolgimento del fegato, possono essere ingravescenti e portare a morte. In alcuni casi, si manifestano forme generalizzate, con sintomi aspecifici come febbre, ittero, dispnea, diarrea e vomito, soprattutto in soggetti giovani. Inoltre, in alcuni cani i segni clinici predominanti possono essere a carico del muscolo cardiaco con conseguenti aritmie e insufficienza cardiaca. A differenza del gatto, il cane non può trasmettere la malattia, perché non elimina il parassita (oocisti) con le feci.
[custom anchor="target" value="6" text="Come si diagnostica la Toxoplasmosi negli animali?"]
La presenza di oocisti nelle feci può essere diagnosticata al microscopio tramite esame delle feci con particolari soluzioni, ma le oocisti di T. gondii sono praticamente identiche a quelle di altri parassiti che possono infestare il gatto come Hammondia e Besnoitia, inoltre vengono eliminate solo per un brevissimo periodo di tempo (1-2 settimane).
È possibile eseguire esami sierologici, ma la sierologia ha grossi limiti poiché gli anticorpi anti-Toxoplasma si possono trovare sia su gatti sani che su gatti malati e la loro presenza non è collegata direttamente alla presenza della malattia clinica.
Tuttavia, i test anticorpali possono essere utili per valutare il rischio per l’uomo. Infatti, quando il test anticorpale è positivo e il gatto è sano, probabilmente l'infezione è avvenuta in passato e il gatto è ora immune, dunque non elimina oocisti (dato che gli anticorpi si sviluppano solitamente dopo 2-3 settimane dall’infezione) e non potrà più eliminarle, perché i gatti le eliminano una volta sola durante l’infezione ed è improbabile che possano eliminare oocisti a seguito di una nuova infezione o se diventassero immunodepressi. Mentre, quando il gatto è negativo per gli anticorpi, allora può contrarre l'infezione per la prima volta ed eliminare le oocisti oppure essere nella fase precoce di eliminazione delle oocisti e non aver sviluppato ancora gli anticorpi.
La diagnosi definitiva è possibile solo rilevando la presenza del parassita negli organi, tessuti e/o fluidi corporei attraverso l’esame citologico o PCR, ma la maggior parte delle volte la raccolta di campioni adeguati non è agevole. Dunque, di solito si fa una diagnosi presuntiva, basata sul riscontro di segni clinici compatibili in assenza di altre malattie, presenza di anticorpi anti-Toxoplasma e risposta positiva alla terapia con Clindamicina.
[custom anchor="target" value="7" text="Come si cura la Toxoplasmosi?"]
La Clindamicina è il farmaco di prima scelta nel cane e nel gatto, in genere almeno per 4 settimane. In caso di presenza di segni oculari, è possibile associare terapia a base di glucocorticoidi topici, orali o parenterali.
Segni clinici che non interessano gli occhi o il sistema nervoso centrale di solito iniziano a risolversi entro 48-72 ore dall’inizio della somministrazione di Clindamicina. Segni neurologici e oculari invece tendono a rispondere più lentamente. In caso di polmonite con presenza di alterazioni radiografiche a livello polmonare potrebbero essere necessarie diverse settimane per la risoluzione.
[custom anchor="target" value="8" text="Si può prevenire la Toxoplasmosi?"]
Attualmente non esiste nessun vaccino che sia in grado di prevenire l’eliminazione delle oocisti nelle feci o la malattia. Dunque, per prevenire la Toxoplasmosi occorre ridurre l’incidenza dell’infezione nel gatto e l’eliminazione di oocisti nell’ambiente. Si consiglia di alimentare i gatti preferibilmente con cibi commerciali o con carne ben cotta, anche se congelata, allo scopo di uccidere le eventuali cisti presenti nelle carni. Infatti, la prevalenza dell'infezione felina da T. gondii è maggiore nei paesi in cui si alimenta con carne cruda. Occorrerebbe evitare che il gatto cacci e mangi ospiti intermedi, come roditori, o vettori meccanici come alcuni insetti e lombrichi, ed evitare che il gatto abbia accesso ad edifici dove si trovano animali destinati alla produzione di alimenti, poiché potrebbe ingerire carne cruda infetta.
Un ulteriore precauzione consiste nell’adottare le comuni buone norme igienico-sanitarie per la pulizia della lettiera.
[custom anchor="target" value="9" text="Quali sono i rischi per l’uomo?"]
Le vie di contaminazione più frequenti per l’uomo sono le seguenti:
- Ingestione di carne cruda o poco cotta di animali infetti (che contiene le cisti tissutali). È consigliabile dunque mangiare la carne solo dopo cottura completa.
- Ingestione di frutta o verdura cruda e non lavata, contaminate dalle feci di gatti infetti, che eliminano oocisti sporulate (es. verdura dell’orto).
- Ingestione di oocisti sporulate direttamente dall’ambiente esterno (es. contatto diretto con terreno contaminato). È consigliabile lavare bene le mani dopo contatto con la terra, usare i guanti se si fa giardinaggio etc.
- Ingestione di oocisti sporulate attraverso il contatto con acqua contaminata
- Ingestione di latte crudo (non pastorizzato) di animali infetti
- Inalazione di oocisti sporulate su particelle di polvere (raro)
- infezione per via congenita, cioè passaggio del parassita dalla madre al feto attraverso la placenta.
Contrarre l’infezione attraverso l’ingestione di carne cruda, frutta o verdura contaminate o direttamente dall’ambiente è estremamente più comune dell’infezione tramite contatto con i gatti.
Infatti è poco comune contrarre l’infezione direttamente dal gatto, dal momento che ciò potrebbe accadere solo se:
- Il gatto è infetto ed è nella fase della malattia in cui elimina le oocisti con le feci (fase che dura solo 1-2 settimane)
- Le oocisti eliminate con le feci devono diventare infettanti e per farlo impiegano 1-5 giorni, solo dopo questo tempo le feci del gatto sono una potenziale fonte di infezione
- Per contrarre l’infezione è necessario mangiare le feci infette
Sarà sufficiente adottare le comuni norme igieniche: usare i guanti e lavare bene le mani dopo pulizia della lettiera, svuotare e pulire giornalmente la lettiera, smaltire la lettiera del gatto in sacchetti sigillati, lavare bene le mani dopo contatto con un gatto prima di metterle in bocca, prima di mangiare, etc.
[custom anchor="target" value="10" text="Precauzioni per le donne in gravidanza e le persone immunodepresse"]
In soggetti immunocompetenti la Toxoplasmosi decorre generalmente in modo asintomatico. Può invece causare effetti gravi in soggetti immunocompromessi e nelle donne in gravidanza. Come già detto, l’uomo si infetta attraverso l’ingestione di oocisti presenti in frutta e verdura crude e non lavate, o attraverso il contatto con il suolo o con le feci di gatto. Tuttavia la via di infezione prevalente è rappresentata dal consumo di carne cruda o poco cotta contenente bradizoiti, la forma parassitaria che si incista a livello muscolare in animali a sangue caldo infetti.
Dunque, per quanto concerne il gatto non è necessario allontanarlo da casa, ma si suggerisce di adottare queste precauzioni:
- Evitare il contatto con la lettiera del gatto
- Tenere il gatto in casa, in modo da evitare che possa infettarsi nell’ambiente esterno mangiando prede, insetti o bevendo da acque infette etc.
- Nutrire il gatto con dieta commerciale, evitando verdure o carni crude o poco cotte
- Far eseguire dal Medico Veterinario il test sierologico sul gatto: un gatto positivo agli anticorpi di T. gondii, ha già avuto la malattia in passato, ha sviluppato l'immunità e non è fonte di infezione. Un gatto che risulta negativo dovrà seguire tutte le precauzioni descritte sopra.
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